mercoledì 22 ottobre 2014

Io e la pancia -parte 2

Se i miei primi tre mesi (anche quattro) di gravidanza ho dovuto combattere con la nausea, gli ultimi tre (anche quattro) ho dovuto combattere con la pipì. Dovevo continuamente andare in bagno. Il peggio del peggio era quando tornavo da Pisa: il piano della pipì prevedeva che 1) andassi in bagno subito dopo le lezioni 2) andassi nel bagno della coin sulla strada di ritorno perché è vicina alla stazione 3) corressi dalla stazione di Firenze fino a casa, che fortunatamente è vicina, sperando di non incocciare in un semaforo rosso, di trovare immediatamente le chiavi in borsa eccetera (odio il bagno del treno regionale... o non funziona o lo devi cercare o è sporchissimo) 4) mi precipitassi dalla porta di casa al WC senza parlare né salutare F.
Tutto questo confidando nella regolarità del servizio Trenitalia, perché 15 minuti di ritardo non erano sostenibili per la mia vescica. Eh lo ammetto. Un paio di volte non ce l'ho fatta. Ma non mi dilungo in questa narrazione che è già trash così.

Oltre a questo, tutto procedeva regolarmente. Ogni mese ecografia (vedi), la piccoletta si faceva sentire, la pancina diveniva sempre più panciona, io stavo bene. Il tempo dell'attesa è carico di desideri sospesi che riempiono il cuore di gioia.
Senonché una percentuale della sfiga l'abbiamo beccata anche qui. Niente di drammatico, stavolta. Semplicemente, la Coty Cò non voleva proprio girarsi. Lei se ne stava con il capino su e le gambe giù e non ne voleva sapere di mettersi nella posizione per l'uscita (che è esattamente al contrario). In questi casi si prenota un cesareo. Oppure... Oppure si cerca di far girare la creatura in qualche modo. Ed è quello che abbiamo fatto.

Il primo tentativo consigliato dalle ostetriche che mi seguivano (bravissime, le penso sempre con tanto affetto) è stato rivolgersi alla medicina cinese, in particolare modo a una pratica che si chiama Moxa. La Moxa consiste nell'avvicinare alle dita dei piedi (al mignolo per l'esattezza) un sigaro fumante costituito da una sostanza speciale chiamata polvere di artemisia. Per la corrispondenza degli organi, principio della medicina cinese, al mignolo del piede è legato il ventre: il calore emanato dal sigaro penetra nel corpo, il feto dovrebbe sentirlo e questo dovrebbe spingerlo a girarsi.
Non vi dico che avventure questa moxa: per trovare i sigari ci siamo spinti nel quartiere cinese, il deputato alla terapia era F. che passava 15 minuti immobile come una statua con i sigari in entrambe le mani, per di più questa polverina puzzava e dovevamo metterci pigiati nel terrazzino di casa esposti agli occhi di tutti.
La moxa ha fatto effetto? No. Coty Cò se ne stava lì beata con la testina su.
E allora siamo passati al secondo tentativo. La manovra.

Testimonianza di vita vissuta. La Moxa sul balcone


Fine seconda puntata

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