mercoledì 11 aprile 2012

Mia nonna


Mia nonna è morta ad agosto ed è per me molto difficile scrivere queste parole. Ma ha un effetto catartico. E simbolicamente vorrei iniziare da lei.
La mia nonna faceva la fifona e l’ansiosa, ma in verità è sempre stata forte. Quando è morto mio nonno (30 anni fa), ha deciso tutto: ha comprato il loculo per riposare accanto a lui, ha diviso le proprietà che aveva in Puglia e lei, che sembrava essere vissuta nella sua ombra (così dicono), è divenuta quello che è sempre stato per me, ovvero la mia nonna, molto affettuosa e sorridente, furbetta e bugiarda quanto basta, dotata di un pessimo tempismo ma con la battuta – impossibile dire se volutamente o meno – sempre pronta. Negli ultimi mesi era più triste, forse sentiva inconsciamente la morte avvicinarsi, mi ha confidato che le pesava non essere autosufficiente come voleva. «È brutto essere vecchi», mi diceva. (Ma a me viene un po’ da sorridere a pensarci: mia nonna è morta quasi a 95 anni, e si sentiva vecchia da soli sei mesi; avrei voluto risponderle: «Ohi, nonna, sei vecchia da almeno 15 anni!»).
Mia nonna era caparbia, testarda, non ascoltava mai nessuno e faceva sempre di testa sua. 7 anni fa si è operata al cuore. Io credo che pochi, al posto suo, avrebbero accettato di sottoporsi a un intervento invasivo come quello, avrebbero solo aspettato pazientemente e inesorabilmente l’arrivo della fine, ma mia nonna mai, lei era speciale, e per niente al mondo se ne sarebbe andata senza lottare.
Lei e mia mamma avevano un rapporto complicato, ma tra me e la nonna non è mai stato così. Alla fine, quando la vedevo stare male, mi sono sentita molto vicino a lei: mi veniva voglia di proteggerla, mi faceva tenerezza e pensavo che, come lei raccontava di essersi occupata sempre di me e mio fratello quando eravamo piccoli («Li ho cresciuti io», uno dei suoi cavalli di battaglia, capace di far incazzare mia mamma, che sembrava così quella degenere, che abbandona i figli alla nonna noncurante di loro), potevo ricambiare il favore e occuparmi, in parte, di lei. Forse non l’ho fatto a sufficienza. Ma il martedì prima che morisse siamo state insieme tutta la mattina: le ho fatto vedere le foto di Ostuni (ero appena tornata dalle vacanze), abbiamo chiamato mio marito che era a V. dai suoi, e poi abbiamo cucinato insieme (io ho preparato la pasta con le malanzane, che ho ereditato dalla sua cucina, e lei ha pulito i fagiolini). Quella mattina è stato il mio saluto a lei che, sebbene cominciasse a raccontare diverse stronzate e avesse perso un po’ la testa, la battuta pronta l’ha sempre avuta e di lottare non ha mai smesso. Pare sia morta così, lottando, o almeno, a me piace pensare che sia avvenuto così. Non sopportava di avere le sbarre al letto e alle 6, quando si svegliava, cercava sempre di scendere e di uscire. Credo l’abbia fatto anche quella mattina, e così se n’è andata come è sempre vissuta, testarda come un mulo, ostinata, con una straordinaria energia e voglia di vivere.

Si dice che mia nonna paterna – quella che non ho mai conosciuto e mi ha dato il nome – fosse buona, dolce e coraggiosa, coraggiosa nel dolore. È morta molto giovane, e so – perché così mi ha raccontato papà – che si è affidata a Dio con serenità e dignità, con una fede incrollabile nella Provvidenza. La mia nonna materna non era così, né mai avrebbe potuto esserlo. Col cxxxx che lei si affidava alla Provvidenza, a lei la morte non piaceva punto, lei voleva vivere. Io spero di aver preso da entrambe le nonne. Vorrei lottare nella vita. E essere serena e coraggiosa nella morte. Spero di essere entrambe le mie nonne, perché sono vissuta nel mito della nonna M. e sono  vissuta accanto a nonna R. , e così so che tutte e due mi hanno regalato in qualche modo qualcosa di loro.

E così, ecco qua, cara nonna, questo post è per te. Vieni a trovarmi nel sogno quando puoi.

2 commenti:

  1. La vedo seduta ad un tavolo intenta a leggere questo post (buffa la nonna davanti ad un computer...).
    La vedo indicare una foto accanto al computer.
    La sento dire, rivolta agli angeli, "questi sono i miei nipoti, li ho cresciuti io".
    Ciao nonna, ti voglio bene

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