mercoledì 25 aprile 2012

Il meglio di noi


Elemento centrale della filosofia di Platone è la teoria delle idee. La teoria delle idee più o meno tutti la conosciamo: cosa fa sì che una cosa sia quello che è? Cosa fa sì che Bucefalo sia un cavallo, che Spirit sia un cavallo, che West sia un cavallo e che Ronzinante sia un cavallo? Cosa fa sì che cavalli così diversi siano tutti cavalli? Il fatto che hanno, per così dire, la stessa essenza; il fatto che, nonostante le differenze, sono ciò che sono perché appartengono alla stessa idea, l’idea di cavallo. Grazie alle idee noi possiamo ragionare: in che altro modo, infatti, riusciremmo a mettere insieme eventi, concetti e oggetti apparentemente diversi ma accumunabili gli uni agli altri?
La teoria delle idee ha dunque una funzione logica e teoretica molto importante. È alla base del ragionamento e della comprensione del mondo esterno. Ma Platone non era interessato tanto a questo aspetto, o perlomeno, non soltanto. L’idea di cavallo, in altri termini, non credo lo abbia mai tormentato particolarmente. Sono altre le idee che popolavano la sua mente e a cui voleva dare ragione di esistere: l’idea del bene, l’idea della bellezza, l’idea della giustizia, ad esempio. È di quest’ultima idea platonica che vorrei oggi parlare.

Cosa rende un’azione giusta o meno? Cosa rende una persona giusta o meno? Il fatto di aderire a quella idea che rende giusta un’azione o una persona: in altri termini, è la giustizia che rende giusta una determinata azione e una specifica persona. Questa idea di giustizia io so (perché lo sento) che esiste all’interno di noi uomini: è quella ribellione dell’anima che ti fa scandalizzare di fronte al comportamento di un altro del tutto sbagliato, è quella improvvisa illuminazione decisionale che ti fa battere la mano sul tavolo e dire improvvisamente a te stesso: «No, questa cosa non la faccio, anche se mi converrebbe, perché so che non è giusta» (bé, sì, emozione indiscutibilmente più rara della prima, ma talvolta si verifica), è quella tormentata sensazione di rimorso che proviamo nel momento in cui siamo stati noi a comportarci male, e il nostro comportamento ha nuociuto qualcuno.
Ora, vedendo chi ci ha governato negli ultimi venti anni, verrebbe da dire che forse non è che proprio tutti tutti ce l’abbiamo questa idea di giustizia. E bisognerebbe porre la seguente domanda a Platone: sei sicuro che l’idea di giustizia sia innata nell’animo umano? Delle due l’una: o è innata ma qualcuno ha deciso di prenderla a martellate perché era un po’ fastidiosetta e si viveva meglio senza, oppure non lo è, la acquisiamo con l’esperienza, principalmente nei primi anni di vita, e forse qualcuno non l’ha appresa bene o magari non l’ha appresa per niente.
Eppure io sento, come Platone lo sentiva, che la giustizia in sé esiste. Certo, forse è rara (direi quasi introvabile) una persona giusta, ma esistono le azioni giuste, e a tutti noi è dato compierle nella nostra vita, foss’anche una volta sola.

Per Platone l’idea di giustizia era un modello. Una guida. Un’aspirazione. Platone lo sapeva che gli uomini non sono perfetti. Nessuno sarà mai completamente giusto. Ma esiste in noi una trazione verso la giustizia, un bisogno di miglioramento,  un incessante desiderio di andare al di là di quello che siamo. Platone ha scritto la Repubblica, testo nel quale ha descritto quello che secondo lui è lo stato perfetto, lo stato giusto. Ma ha voluto chiarire, in questo denso, complesso e potente dialogo: è «uno stato che esiste solo a parole, perché non credo che esista in alcun luogo della terra. Ma forse nel cielo esiste un modello, per chi voglia vederlo e con questa visione fondare la propria personalità». E così conclude: «Del resto non ha nessuna importanza, perché l’uomo vive in questo mondo, in questo stato, e in nessun altro».

Ecco qua. Non dobbiamo mai dimenticare che siamo imperfetti, egoisti, incompleti. Siamo così ed è per questo che non potremo mai essere delle persone totalmente giuste. Ma, nonostante questo, noi uomini abbiamo la fortuna di poter "vedere, sentire e percepire" la giustizia, ed è per questa ragione che possiamo aspirare a compiere, a volte, a tratti, a intermittenza, azioni giuste. Per Platone è questa tensione – fra ciò che inevitabilmente e necessariamente siamo e ciò che vorremmo essere – a renderci tali, ed è in questa tensione che talvolta possiamo riuscire a dare il meglio di noi.

1 commento:

  1. Povera idea di giustizia.... in molti la martellano di continuo, altri probabilmente non sanno proprio cosa sia.

    RispondiElimina