domenica 9 settembre 2012

Io e l'estate 2012 -Post scriptum


Vi scrivo da Varese: fine settimana dai suoceri e informo gli interessati che posso raccontarvi di un’ennesima passeggiata. Dal confine con la Svizzera ieri io e F. ci siamo inerpicati fino a Serpiano e poi abbiamo proseguito fino al Monte San Giorgio (altezza 1096). Una passeggiata faticosissima, tutta in salita (fortunatamente in mezzo al bosco) e della durata complessiva (ossia fra andata e ritorno) di 5 ore, ma che offre uno stupendo panorama sul Lago di Lugano una volta arrivati in vetta. C’era un sole meraviglioso e, nonostante la leggera foschia, il sole illuminava di una luce calda l’azzurro del lago e il verde delle montagne. Devo anche dirvi che la mia abilità montana aumenta passeggiata dopo passeggiata: sulla salita ormai sembro uno stambecco; è sulla discesa che perdo qualche colpo, e, più che sembrare uno stambecco vivo, sembro uno stambecco brasato nella polenta.

Comunque. Siccome sono qui a godermi questa coda dell’estate, mi è venuto in mente di fare una postilla all’ultimo mio post. In realtà, subito dopo averlo pubblicato (e aver fra l’altro ricevuto anche qualche mail da amici citati), mi sono venute in mente un sacco di altre cose che vorrei ricordare e condividere con voi. Innanzi tutto, ho assolutamente dimenticato uno dei must di quest’estate molto fiorentina… il corso di acqua-gym alla piscina del Poggetto con la mia amica P. Allora, l’immagine della mia performance è la seguente: io nell’acqua alta con un galleggiante legato in vita e con una cuffietta sulla testa (non vi dico che sexy); in genere in queste situazioni l’insegnante fa vedere gli esercizi che realizzati da lei, tutta coordinata e leggiadra come una libellula, sembrano pure una cavolata, ma quando li fai tu, non si sa perché, quasi affoghi (nonostante il galleggiante), ti si appannano le lenti e ricadi nell’acqua pesante come una balenottera; in genere in queste situazioni inoltre speri proprio di non incontrare nessuno che conosci e invece ti va sempre male, perché, come volevasi dimostrare, ho beccato un vicino di casa che portava la bambina a nuoto.

Altra gravissima dimenticanza è non aver citato mio fratello. Dunque, è una dimenticanza dovuta dal fatto che quest’estate non ci siamo incrociati molto tra impegni e vacanze e perciò non avevo episodi particolari da raccontare. Ma c’è una cosa che devo assolutamente dirgli e ne approfitto. Quando ho scritto i primi due post li ho testati dicendo del blog a tre persone prima di dirlo a tutti gli altri, sono tre persone importanti per me, e lui (mio fratello, cioè) è stato il mio numero due. Perciò, E., solo per dirti che, anche quando non ci vediamo, anche quando non ci sentiamo, tu sei sempre nei miei pensieri. D’altra parte sono la tua sorella grande, non posso proprio smettere di sentirmi responsabile verso di te.

E ora un paio di episodi a cui ho assistito. Mi piacciono le persone e mi piace ascoltarle e immaginare la loro vita e stupirmi perché ognuno di noi ha veramente un mondo dentro di sé e appena parla lo fa intravedere.  E di quest’estate potrò sempre ricordare due conversazioni memorabili.

1) La prima avviene in treno. C’è un ragazzino sui tredici anni, madre francese e padre italiano, residente a Parigi, che si mette a parlare con i suoi vicini, che sono un ragazzo giovane e un signore anziano, entrambi senegalesi. Il ragazzino fa loro un sacco di domande: è incuriosito dal Ramadan, dall’Islam, dalla preghiera cinque volte al giorno, ed è incuriosito in un modo bello, con quell’apertura onesta di chi non ha pregiudizi e vuole veramente conoscere la persona diversa che ha davanti. Il giovane e l’anziano (che fra parentesi è uguale a Morgan Freeman!) a loro volta sono felici di farsi conoscere, di raccontare della loro religione e dalle loro tradizioni, e lo fanno con disponibilità. Il ragazzino è di straordinaria intelligenza, non si accontenta, e fa domande sempre più specifiche, e loro rispondono, e nelle loro parole c’è una calma dolce e una pacata saggezza che fa davvero invidia. E queste tre persone non parlano dieci minuti, ma da Bologna a Riccione senza mai smettere, e, quando il ragazzino scende, si sbracciano in grandi saluti di amicizia. E io mi convinco di aver assistito a un gran momento di civiltà.

2) La seconda avviene in spiaggia. Sono distesa sul lettino e poco distante da me gioca un gruppo di bambini: sono piccoli ma fra loro ci sono una ragazzina piuttosto bella sui dodici anni (che potrebbe tranquillamente dimostrarne quindici) e un ragazzino alto e carino, probabilmente un po’ più piccolo di lei. Tra i due c’è un certo feeling, che lei gestisce con molta facilità, mentre lui ne è completamente turbato. Lei gli chiede quanti anni abbia, e lui, forse mentendo, le dice che ne ha dodici. Lei non ci crede e, per saggiare la veridicità dell’affermazione, formula la seguente domanda: «Lo sai cosa sono i pronomi relativi?». Lui balbetta imbarazzato qualche cosa, io alzo la testa perché fino ad allora li avevo seguiti distrattamente ma a quel punto volevo proprio vedere chi fosse il genio che aveva partorito un tale decisivo test, e lei, di fronte al silenzio di lui, implacabile continua: «Lo sapevo che non avevi dodici anni. Questo sistema funziona sempre». Certo, in realtà il test non dimostra necessariamente che il ragazzino non abbia dodici anni, ma solo che potrebbe non avere dodici anni o che potrebbe avere dodici anni ed essere un ciuco a scuola. In ogni caso, credo comunque di aver assistito alla notevole ed invidiabile performance di una futura Femmina doc.

Monte San Giorgio 
(Lago di Lugano con il ponte di Melide)


2 commenti:

  1. Mamma mia che vista mozzafiato! E' bellissima questa foto, sarebbe da concorso fotografico! Perché non ci fate un pensierino..??
    Nic

    RispondiElimina