lunedì 20 agosto 2012

Lago di Lugano e Monte Generoso


Sono di ritorno da un fine settimana a casa dei suoceri a Varese. In realtà devo svelarvi che non abitano proprio a Varese città, ma nella provincia, in un grazioso paese situato sul Lago di Lugano. Mio marito, sfidando la sua proverbiale pigrizia, quest’anno si è superato per organizzarmi una serie di attività ludico-sportive e torno a Firenze con le braccia e le gambe rotte.

Venerdì. Gita in canoa con mio cognato Fr. Chiamarla gita mi pare un eufemismo: si è trattata di una vera e propria lezione, perché mio cognato, che è un perfezionista, quando fa le cose le vuol far bene, perciò… tira fuori una barca tre posti dalla società di canottieri presso la quale si allena e chiama un suo amico che insegna canoa ai bambini. Così mi ritrovo mio cognato seduto dietro e il maestro davanti, e mi sono dovuta impegnare per davvero. Pare che mio fratello, quando ha saputo della mia performance, abbia commentato che, con quelle braccine secche, proprio non mi ci vedeva a remare (a dirla tutta, secondo me manco mio cognato e il suo amico maestro mi ci vedevano…) ma a mia difesa vorrei dire che, certo, rimango piuttosto scoordinata, però sono una tipa che non si spaventa né si arrende facilmente. E così ora le mie braccine secche recano i postumi della titanica impresa.

Sabato. Gita di famiglia sul Monte Generoso. Si arriva sul Monte Generoso (1700 metri di altezza, questo è il mio personale record montano) con un trenino svizzero che si inerpica fra verdi colline. Dalla vetta si gode di un bel panorama che permette di abbracciare quasi tutto il Lago di Lugano. Non contenta di essermi stroncata le braccia, ho deciso di aggiungere le gambe: nel primo pomeriggio ho lasciato il gruppo e, insieme a mio marito e a mia cognata, sono scesa a piedi fino a Bellavista, circa 600 metri di dislivello della vetta. Passeggiata stimata in un’ora e 15 minuti, da noi però effettuata in 45 minuti, dato che dovevamo intercettare il trenino che scendeva a valle. La passeggiata (che dunque ho fatto a palla di fuoco, anche se buona ultima del gruppetto: vi ho già detto della mia inesperienza in montagna) si snoda fra pianure verdi e assolate, un ombroso bosco di abeti e un sentiero scosceso. Bellavista è una stazione montana molto carina con un ameno – e carissimo – bar in pietra, alcuni tavoli da pic-nic disposti ai margini del bosco e qualche gioco per bambino proprio ai lati della ferrovia.

Domenica. Nella mattina gita in motoscafo. Ci ha portati un amico di mio suocero molto gentile, e per tre ore ci siamo addentrati nei “misteri” del lago di Lugano. Dico “misteri” non a caso. Nel mio immaginario infatti i laghi sono dei grossi tondi d’acqua circondati dalle montagne. Il Lago di Lugano ha invece una forma particolarmente difficile a descriversi: è come costituito da tanti bracci incastonati fra le montagne e, appena oltrepassi un promontorio, ecco che ti ritrovi in una zona del lago che prima non potevi vedere. Dalla barca abbiamo ammirato il paesino svizzero di Morcote, con la chiesa rinascimentale che domina da un alto terrazzo panoramico; abbiamo guardato la villa dello scrittore Fogazzaro ad Oria, dove per altro è stato girato anche il film tratto dal suo Piccolo mondo antico (Fogazzaro stesso è sepolto a Oria); siamo passati sotto il ponte di Melide, costruito agli inizi del Novecento, che collega le due estremità del lago; abbiamo attraversato una parte della costa nella quale non vi sono né paesi né strade, ma solo case affacciate sull’acqua e  raggiungibili esclusivamente in barca; siamo stati infine nel punto in cui le due parti, quella italiana e svizzera, sono così vicine che il lago forma un piccolo stretto.

Ecco qua. Allego qualche foto della mia tre giorni. Non posso però testimoniare la gita in canoa:  la cosa era troppo seria per portarmi dietro la macchina fotografica e dovrete credermi sulla parola…


Il trenino svizzero che porta alla vetta


Una parte del Lago di Lugano dall'alto


Monte Generoso


Morcote dalla barca


Io (per dimostrarvi che c'ero...)


Una parte di lago incontaminata


Et voilà: a sinistra l'Italia, a destra la svizzera






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