mercoledì 10 dicembre 2014

Autobus e dintorni

Quando ho pensato a questo post mi è venuto in mente l’acronimo che ci scrivevamo sul diario alle medie e che così recita: ATAF Associazione Trabiccoli Arrugginiti Fiorentini.
Scherzo, ovviamente. L’ATAF è la linea di trasporti che regola il servizio pubblico fiorentini, gli autobus che girano per Firenze, per capirci. A me piace l’autobus, mi è sempre piaciuto, perché garantisce una posizione di osservazione sul genere umano privilegiata: seduta o impiedi, osservo ascolto e invento storie sulle persone che viaggiano assieme a me. Anche con la Coty viaggiare in autobus è uno spasso: innanzi tutto, ci fanno sempre sedere (perché le persone sono mediamente gentili, che se ne dica) e poi anche lei è una curiosona come me, percui passiamo il nostro tempo a volgere lo sguardo di qua e di là.

Detto questo, vorrei segnalare alcuni problemi, incongruenze, fastidi, chiamateli come volete, che mi hanno innervosito da un annetto a questa parte. Eccoli qua:

1) Il biglietto elettronico. Firenze si gloria di essere una delle prime città d’Italia ad avere introdotto il biglietto elettronico: lo puoi acquistare inviando un messaggio con il cellulare a un numero apposito. Ok, bravi. Ma potreste spiegarci come mai costa 1.50, ben 0.30 euro in più di quello cartaceo? Chi volete che lo faccia se costa di più? E soprattutto perché mai costa di più? Non si dovrebbe incentivare a usare il biglietto elettronico, se non altro per questioni ecologiche e ambientali?

2) La carta agile. La carta agile è un tesserino magnetico comprensivo di una decina o ventina di corse che puoi usare al posto del tradizionale biglietto ed è vantaggiosa in termini economici. Un giorno di qualche anno fa la carta agile sparisce misteriosamente dalla circolazione. Poi torna allegramente ma con una variazione ignorata dalla maggior parte dei viaggiatori. Prima della sparizione, potevi con la carta agile vidimare il tuo viaggio e anche quello di altri viaggiatori insieme a te (nel senso che se passavi più volte il tesserino sulla macchinetta  scalava più corse). Al momento del suo ritorno, la carta agile è diventata completamente personale, ovvero vale per un viaggio solo, per intenderci se viaggi con un’altra persona anche lei deve prendersi una carta agile oppure un biglietto. Non so la ragione del cambiamento. Ma non è questo il punto. Il punto è che la macchinetta sembra segnalare più corse, non una sola. Nel senso che se tu avvicini la tessera alla macchinetta lei dice: corsa valida o qualcosa di simile; se la riavvicini, dice di nuovo: corsa valida,  e tu pensi che ne abbia scalata un’altra, invece è sempre la tua! E poi questa trasformazione non è stata pubblicizzata in nessun modo: non c’è scritto sull’autobus, né alle fermate, né sulla carta agile stessa, io non ho incontrato nessun operatore ATAF che abbia divulgato la notizia. Perché? Lo chiedo perché sono fioccate multe, e non vorrei proprio che qualche malizioso pensasse che non sia un caso…
A questo proposito leggetevi la testimonianza piuttosto interessante che vi linko qui

3) I controllori. Lungi da me fare di tutta l’erba un fascio, per carità. Ma ho assistito a scene non proprio edificanti. Ora vi racconto come io e mio fratello abbiamo preso la multa: saliamo, il bus è pieno e rimaniamo alle porte, alla fermata successiva la gente scende, avanza, si disperde, insomma, raggiungiamo le macchinette e facciamo il biglietto; contemporaneamente sale in controllore e ci fa la multa perché non lo abbiamo fatto appena saliti. Hai voglia a spiegargli che prima eravamo pigiati come sardine, niente da fare. Mi accusa pure di essere una furbina, e mi viene proprio da ridere: sono talmente furba che mio marito mi chiama Gino la Volpe, e a presa di culo, ovviamente. Non solo. Ho visto fare una multa a una signora anziana con degli occhialoni spessi che senza accorgersene aveva vidimato il biglietto due volte nello stesso spazio e di sicuro era in buona fede, ma non c’è stata pietà. Ho visto pure fare una multa a una ragazza che aveva un chiaro disturbo cognitivo.

Allora, io vorrei solo osservare questo. Il controllore per definizione controlla. Controllare significa esaminare attentamente e/o ispezionare. Ma non è un sinonimo di giustiziare. 

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