Quando ho pensato a
questo post mi è venuto in mente l’acronimo che ci scrivevamo sul diario alle
medie e che così recita: ATAF Associazione Trabiccoli Arrugginiti Fiorentini.
Scherzo,
ovviamente. L’ATAF è la linea di trasporti che regola il servizio pubblico
fiorentini, gli autobus che girano per Firenze, per capirci. A me piace
l’autobus, mi è sempre piaciuto, perché garantisce una posizione di
osservazione sul genere umano privilegiata: seduta o impiedi, osservo ascolto e
invento storie sulle persone che viaggiano assieme a me. Anche con la Coty
viaggiare in autobus è uno spasso: innanzi tutto, ci fanno sempre sedere
(perché le persone sono mediamente gentili, che se ne dica) e poi anche lei è
una curiosona come me, percui passiamo il nostro tempo a volgere lo sguardo di
qua e di là.
Detto questo,
vorrei segnalare alcuni problemi, incongruenze, fastidi, chiamateli come
volete, che mi hanno innervosito da un annetto a questa parte. Eccoli qua:
1) Il biglietto
elettronico. Firenze si gloria di essere una delle prime città d’Italia ad
avere introdotto il biglietto elettronico: lo puoi acquistare inviando un
messaggio con il cellulare a un numero apposito. Ok, bravi. Ma potreste
spiegarci come mai costa 1.50, ben 0.30 euro in più di quello cartaceo? Chi
volete che lo faccia se costa di più? E soprattutto perché mai costa di più?
Non si dovrebbe incentivare a usare il biglietto elettronico, se non altro per
questioni ecologiche e ambientali?
2) La carta agile.
La carta agile è un tesserino magnetico comprensivo di una decina o ventina di
corse che puoi usare al posto del tradizionale biglietto ed è vantaggiosa in
termini economici. Un giorno di qualche anno fa la carta agile sparisce
misteriosamente dalla circolazione. Poi torna allegramente ma con una
variazione ignorata dalla maggior parte dei viaggiatori. Prima della
sparizione, potevi con la carta agile vidimare il tuo viaggio e anche quello di
altri viaggiatori insieme a te (nel senso che se passavi più volte il tesserino
sulla macchinetta scalava più corse). Al
momento del suo ritorno, la carta agile è diventata completamente personale, ovvero
vale per un viaggio solo, per intenderci se viaggi con un’altra persona anche
lei deve prendersi una carta agile oppure un biglietto. Non so la ragione del
cambiamento. Ma non è questo il punto. Il punto è che la macchinetta sembra
segnalare più corse, non una sola. Nel senso che se tu avvicini la tessera alla
macchinetta lei dice: corsa valida o qualcosa di simile; se la riavvicini, dice
di nuovo: corsa valida, e tu pensi che
ne abbia scalata un’altra, invece è sempre la tua! E poi questa trasformazione
non è stata pubblicizzata in nessun modo: non c’è scritto sull’autobus, né alle
fermate, né sulla carta agile stessa, io non ho incontrato nessun operatore
ATAF che abbia divulgato la notizia. Perché? Lo chiedo perché sono fioccate
multe, e non vorrei proprio che qualche malizioso pensasse che non sia un caso…
A questo proposito
leggetevi la testimonianza piuttosto interessante che vi linko qui
3) I controllori.
Lungi da me fare di tutta l’erba un fascio, per carità. Ma ho assistito a scene
non proprio edificanti. Ora vi racconto come io e mio fratello abbiamo preso la
multa: saliamo, il bus è pieno e rimaniamo alle porte, alla fermata successiva
la gente scende, avanza, si disperde, insomma, raggiungiamo le macchinette e
facciamo il biglietto; contemporaneamente sale in controllore e ci fa la multa
perché non lo abbiamo fatto appena saliti. Hai voglia a spiegargli che prima
eravamo pigiati come sardine, niente da fare. Mi accusa pure di essere una
furbina, e mi viene proprio da ridere: sono talmente furba che mio marito mi
chiama Gino la Volpe, e a presa di culo, ovviamente. Non solo. Ho visto fare
una multa a una signora anziana con degli occhialoni spessi che senza
accorgersene aveva vidimato il biglietto due volte nello stesso spazio e di
sicuro era in buona fede, ma non c’è stata pietà. Ho visto pure fare una multa
a una ragazza che aveva un chiaro disturbo cognitivo.
Allora, io vorrei
solo osservare questo. Il controllore per definizione controlla. Controllare
significa esaminare attentamente e/o ispezionare. Ma non è un sinonimo di
giustiziare.
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