martedì 5 marzo 2013

Ci spero ancora un po'


Lo so. Mentre io ero (e sono) in preda agli ormoni della gravidanza qui nel nostro paese si stava (e si sta) consumando una tragicommedia.

Abbiamo assistito a una campagna elettorale in cui è accaduto di tutto:
1) Berlusconi è riemerso dalla cenere e tra bugie, promesse, paraculate, letterine, show televisivi (e su questo chapeau!) ha fatto risuscitare un partito in fin di vita;
2) Monti ha adottato un canino e dall’autorevole tecnico che era quando è arrivato a salvarci si è trasformato in un pessimo politico fallito;
3) Bersani ci ha dato dentro per perdere e, tra una dormita e l’altra, direi che ci è riuscito e, detto con franchezza e anche con dispiacere perché sono convinta sia un bravo politico e una brava persona, mi ha fatto pentire di non aver votato Renzi;
4) Ingroia è apparso come una meteora, ha annoiato a sufficienza e può preparare di nuovo i biglietti per il Guatemala;
5) Giannino si è inventato due lauree e un master…
E così coup de théâtre … Grillo!

Io non ho votato Grillo, lo sapete, ma capisco (e vorrei che la parola assumesse un significato forte) perché si voti per lui. Ho sentito i comizi, e, certo, se è possibile parlare di populismo, è vero che è stato in grado di fare discorsi alti, sulla dignità, sulla comunità, sulla solidarietà. Ho sentito tanti militanti, o anche solo spettatori dei comizi, e dalle interviste sembrano già belle persone, capaci di dire cose condivisibili e sensate. Il M5S ha incanalato la rabbia e la protesta per trasformarle in speranza, condivisione, desiderio di cambiare le cose.

Tutto questo, in fin dei conti, mi sembra bello. Di certo è un momento storico.
Nondimeno, siamo nella merda. Senza governo. (oltre che senza papa e senza capo della Polizia, tanto per).

Ho lungamente sperato che si realizzasse questo accordo tanto decantato fra Grillo e il PD. Certo, come qualcuno mi ha detto, potevamo crederci solo io, Gad Lerner e Dario Fo (mi sono messa insieme a personaggi illustri!). Gad Lerner perché è un idealista e se non si appoggia a questa speranza muore, Dario Fo perché è un poeta ottimista novantenne e l’anzianità gioca brutti scherzi, e io perché sono incinta e vedo tutto rosa. Temo che non ci sarà, ahimè. E credo sia un errore.
Per me c’è un momento per protestare e uno per costruire. La politica non è fatta solo di ideali, ma anche di compromessi (ed è solo con i compromessi che la storia insegna si raggiungono i più importanti risultati); è lottare per ciò che è giusto, ma anche sapersi adattare alle ragioni altrui. Dialogare, quantomeno. Ora poteva essere il momento della costruzione, del compromesso, del dialogo, della responsabilità.

Un’occasione mancata? Temo di sì. Anche se con Gad Lerner e Dario Fo ci spero ancora un po’.

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